WARSZAWA – Il governo polacco sta agendo in maniera concreta per contrastare il ‘caro energia’ che sta mettendo sotto pressione famiglie ed imprese.
Secondo le notizie riportare dalle agenzie stampa, il Ministro per l’Ambiente ed il Clima, Anna Moskva, ha indicato che una nuova norma nazionale porrà il limite di Pln 785 (€ 162.4) per MWh relativamente al prezzo per le aziende mentre sarà di Pln 693 (€143.4) per i nuclei familiari.
Il prezzo stabilito per imprese, si applica anche ad istituzioni culturali, musei, teatri, cinema, biblioteche.
Price cap: paga lo Stato
L’applicazione del ‘price cap’, in questo caso, non significa che lo Stato non pagherà ai fornitori un prezzo oltre quello stabilito per legge. Un tale ‘price cap’, “tetto al prezzo” in italiano e come inteso in questi mesi dalla Unione Europea è impossibile da applicare.
Significherebbe dire ai fornitori, “Io pago il tuo gas al prezzo che dico io“, con il risultato che il fornitore, chiunque sia, potrebbe rispondere: “Ed io non te lo vendo”.
Nel caso della Polonia significa, più concretamente, che le famiglie e le imprese non pagheranno oltre gli importi definiti per kWh con l’intervento dello Stato nell’integrazione di prezzo.
Proprio per questo, sempre il Ministro Moskwa ha indicato che il costo annuale previsto per il bilancio dello Stato si aggirerà intorno ai 19 miliardi di zloty (4mld €), cifra che sarà prelevata da prelievi fiscali delle compagnie produttrici di elettricità nazionali.
Il carbone torna protagonista
Per mantenere tale politica, si potrebbe dire “purtroppo”, torna in prima linea l’uso del carbone come fonte di produzione di energia.
Infatti, sempre il Governo polacco, ha stabilito una quota di contribuzione verso i vari governi regionali. Con tali fondi, i vari presidenti dei ‘voivodati’, potranno rivendere ai cittadini ad un prezzo calmierato non superiore ai 2000 pln, ovvero 412€ per tonnellata.
Tale impegno del governo inciderà nel bilancio per circa 3mld pln ovvero meno di 1mld di €.