BRUXELLES – A rischio la cessione dei fondi per il Recovery Fund approntati dalla Unione Europea e che dovrebbero arrivare anche in Polonia.
Lo mette in evidenza il Financial Times, addentro a queste notizie e spesso usato per “comunicare” in via non ufficiale.
Il totale dei fondi che sarebbero a disposizione della Polonia è di 76,5 mld €. Di questi, ad oggi, ne sono stati conferiti solo lo 0,5%, una cifra ovviamente minima.
Il “Rule of Law” visto da Bruxelles
Dopo la pausa per la pandemia e dopo i primi mesi di guerra in Ukraina, ha quindi ritrovato spazio nella Unione Europea la presa di posizione dell’attuale Commissione che indica, ancora, nella Polonia la colpa di non ossequiare il concetto fluido del ‘Rule of Law’.
Un concetto che abbiamo valutato e commentato nella precedente versione di ‘Polonianews.info’ (andata purtroppo persa) ed inteso dall’Unione non tanto come rispetto delle regole pre-scritte ma di indicativa “indipendenza della magistratura”, libera di agire come vuole.
Secondo questo approccio, la riforma attuata dal governo Polacco che ha rivisto le procedure per la Corte Costituzionale e la gestione dei magistrati, è ritenuta da Bruxells in violazione di tali principi. In tal senso il ‘ricatto’ del “non ti do i soldi se non fai quel che dico io”.
L’ex Ministro per l’integrazione europea, Andrzej Szumowski e citato dal FT, ha indicato come i fondi di coesione siano vitali per la Polonia. Paese che ha effettivamente avuto la massima parte di tali fondi e che regolarmente spesi, hanno dato una forte spinta infrastrutturale.
In un tentativo di ammorbidire la questione, recentemente il governo ha fatto un avvicendamento al Ministero per gli Affari dell’Unione Europea, incaricando Konrad Szymański, che è stato coinvolto in pratiche ‘conciliatorie’ a Bruxelles.
Fondi comunque bloccati
Cionondimeno, i fondi sono stati bloccati e continua la disputa sulla visone centralista di Bruxelles e quella nazionale di Varsavia.
Perchè, in definitiva, forse la cosa che teme di più Bruxelles non è tanto il concetto di ‘indipendenza della magistratura’, messo sotto scacco in mille modi diversi (vedi Italia, dove la corruzione dentro la Magistratura è stata oggetto di scandali e indagini, poi arenatesi).
Il problema grosso per i gestori di Bruxelles è che il Trybunał Konstytucyjny (la Corte Costituzionale polacca) ha indicato la prevalenza della legge nazionale (polacca) sulle leggi europee: è questo quello che da Bruxelles si teme di più, perchè non si potranno più torcere gli Stati alle loro norme.
O almeno, lo si potrà fare col ricatto del denaro.
