WARSZAWA – Rimangono fermi al 6.75% in tassi di interesse rilasciati dalla NBP, la Banca Nazionale Polacca.
Una decisione che, a detta di Bloomberg, lascia gli economisti su fronti opposti per ciò che riguarda la ‘lotta all’inflazione’ da fare con i metodi classici, ovvero rialzare i tassi di intessei della Banca centrale con la speranza che il denaro venga drenato via dal mercato e, con ciò, ridurre la domanda facendo raffreddare l’inflazione.
Un tale percorso non è però stato considerato valido dal Governatore della NPB, Adam Glapinski, che ha invece deciso di mantenere fermi i tassi al già rialzato 6.75%.
In tutto, evidenza la Banca centrale nel suo sito, per la previsione di un rallentamento autonomo dell’inflazione nei prossimi trimestri.
In questo senso, dare una stretta ai tassi avrebbe significato piuttosto mettere sotto ancora pressione l’economia.

Alti tassi fanno male all’economia
Ricordiamo che se si alzano i tassi della Banca centrale, aumento i ratei dei debiti delle famiglie, aumenta il costo del denaro per chi vuole investire e aumenta il debito statale impegnato sui buoni statali, i corrispondenti dei nostro BOT e CCT.
Un aumento dei tassi potrebbe portare ad un deterioramento delle condizioni economiche generali che, nel report della Banca, vengono viste benchè stabili ma in peggioramento.
D’altra parte, da un lato l’inflazione è ‘esogena’, ovvero data dall’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime: aumentato i tassi per le aziende polacche, non è che fermi i prezzi delle materie prime.
D’altro, invece, può vedersi anche un eccesso di domanda (di merci e servizi) data da un lato da una certa accumulazione di denaro fatto durante la pandemia (visto le minori spese delle famiglie) e dall’altro un mercato del lavoro comunque dinamico che fa aumentare i salari, quindi la domanda di beni e, vista al relativa scarsità, il prezzo finale per l’aggiudicazione.