WARSZAWA – Con la crisi economico-energetica che, favorita dalla speculazione, sta mettendo sotto pressione i redditi delle famiglie, un problema importante che emerge è il costo del mutuo per l’acquisto della casa.
Il tasso di interesse che si paga sul mutuo, si sa, è legato a doppio filo con il costo del denaro che è, generalmente, stabilito dalla Banca Centrale.
Mentre in buona parte della Unione Europea le Nazioni hanno perso il controllo sulla propria Banca centrale e tutto è demandato alla Banca Centrale Europea che gestisce il denaro, in Polonia il governo sta ancora tenendo vivo – e vegeto – lo zloty, la moneta nazionale. E, quindi una vera Banca Nazionale, la NBP.
Come indicato, la NBP sta gestendo i tassi di interesse senza eccessivi rialzi. Ciò perchè la previsione è di un ribasso dell’inflazione nei prossimi semestri ed un tasso relativamente basso può evitare una contrazione eccessiva dell’economia.
Il tutto, quindi, si potrebbe riversare positivamente sugli interessi dei tassi dei mutui bancari accesi per l’acquisto di case per abitazione.
Il ruolo del Franco Svizzero
Ma non è così. Perchè può entrare in gioco anche il tasso di cambio. In questo caso con il Franco Svizzero.
Come riporta il Financial Times, molte banche polacche hanno infatti offerto mutui fondiari legati al Franco Svizzero, ritenuto ai tempi una valuta stabile e con un rapporto altrettanto stabile con la moneta polacca.
L’idea era che il Franco Svizzero non facesse grosse oscillazioni monetarie e la sua stabilità e riconoscibilità internazionale era tale che i tassi di interesse fossero sostanzialmente inferiori a quelli praticati su mutui basati sullo zloty.
Il ‘rischio di cambio era, ai tempi cioè una quindicina di anni fa, ritenuto inesistente dalla banche. Come riporta il FT, una prestito a 30 anni di 200.000 SFr (circa 200.000€) era ritenuto affidabile e conveniente.
In effetti, già nel 2008 si capì che le cose andavano diversamente. Forti erano le fluttuazioni del tasso di cambio tanto che, le stesse banche, smisero di perorare mutui legati al SFr.
Molte nazioni, esempio Ungheria e Croazia obbligarono a ‘disattivare’ muti in Franco svizzero per evitare tali fluttuazioni.
Cosa che invece, parliamo del 2014 esempio quando lo fece l’Ungheria, la Polonia non fece.

Adesso il problema del cambio, emerge
Adesso la questione pare farsi più spinosa. Secondo sempre il FT, in Polonia ci sono 347.000 mutui espressi in Franco svizzero, qualcosa come 143mld di montante di prestiti in Franchi e cioè ad oggi circa 147 mld di euro.
Ora, il problema serio potrebbe essere di tipo legal-economico-burocratico. Perchè come già in avvio, i possessori di mutui emessi in Franco svizzero, potrebbero chiedere l’intervento giudiziario per sterilizzare l’eccesso di debito dato dal tasso di cambio.
La giustizia polacca si è già mossa e sono stati annullati molti mutui basati sul franco svizzero. Il tribunale di Varsavia ha persino adito alla Corte di Giustizia Europea per tale questione.
Ed ove la giustizia europea dovesse dare ragione ai clienti, da più parti si indica il rischio di un vero default per diverse banche, che dovessero essere costrette alla restituzione degli interessi maturati sul tasso di cambio Zl/CFr.
Un rischio messo in evidenza da più parti tanto è vero che la NBP, la banca centrale polacca ha ordinato l’obbligo di ristrutturazione del debito ad alcune banche.
E’ la Reuters che lo riporta indicando l’azione contro la Gretin Noble Bank che ha una esposizione a rischio di circa 8mlnd di euro. Il processo consiste sostanzialmente nella ‘gestione controllata’ della banca da parte della NBP e l’affidamento dei mutui grazie sempre alla banca centrale polacca.
Un rischio che secondo alcuni analisti potrebbe ricrearsi nei confronti di altre banche mettendo sotto pressione il sistema finanziario nazionale, sottoposto già a tensione dopo il periodo Covid che ha visto lo stop del pagamento dei muti per 4 mesi favorito dal Governo.