WARSZAWA – Trovato, alla fine ed a livello europeo, l’accordo sul prezzo massimo del gas.
Su questo accordo, il Primo Ministro Morawiecki ha commentato essere la fine della manipolazione della Russia nel mercato internazionale della fornitura di energia.
Il price cap sul mercato del gas per la produzione dell’energia, è il risultato di un accordo definito “non facile” da diversi politici che hanno partecipato alla trattativa.
Un meccanismo che, sanno già, non funzionerà
Non tutti gli Stati EU erano d’accordo con tale intervento.
Esempio Germania, Olanda, Austria hanno spesso evidenziato il rischio che il mercato dell’energia potesse essere ‘falsato’ dall’imposizione di un prezzo con i fornitori che avrebbero cercato altri canali per vendere al prezzo più alto. E ciò avrebbe causato una mancanza di materia prima nei Paesi europei.
Per questo la Germania ha dato il proprio consenso a patto che tale limita possa essere immediatamente “eliminato in caso di necessità” (quindi significa che già sanno non funzionerà), l’Austria e l’Olanda si sono astenute dalla votazione e l’Ungheria ha votato contro.
Riportato dal FT, il ministro Ungherese per l’Energia, Peter Szijjarto, ha detto che tale accordo è “una proposta molto cattiva“.
Per conto suo, la Germania ha stabilito un proprio interno price cap al prezzo dell’energia per il mercato domestico, indipendente dai price cap di marca europea. E quindi vuole certamente avere le mani più libere di riempire i propri silos, potendosi permettere ampi deficit visti i propri bilanci nazionali floridi

Prezzo a 180€/mwH
Il prezzo del gas è, oggi, legato al mercato TTF (Title Transfer Facility) gestito in Olanda in cui si forma il prezzo del gas.
In questi giorni, tale prezzo è stato di 110€/mwH ma nei periodi di domanda più forte, esempio in Agosto quando si fanno gli acquisti per riempire gli stoccaggi per l’inverno, il prezzo è andato a 340€/mwH.
Secondo il sito della EU (vedi), tale meccanismo dovrebbe entrare in funzione automaticamente se il prezzo del gas supererà il prezzo di 180€/mwH per tre giorni consecutivi e se il prezzo previsto nel mese successivo è 35€/mwH più alto del prezzo del mercato LNG (gas liquefatto), sempre per 3 giorni consecutivi.
Tale meccanismo di intervento nel mercato, si applicherà anche ai contratti “future” e partirà dal 15 Febbraio 2023. La decisione EU è definita di tipo “temporaneo” e con scadenza il 31 dicembre 2023.
“Solito” Meccanismo di solidarietà made in EU
La EU mette in evidenza il suo concetto usuale di “solidarietà” tra gli Stati membri. Perchè da un lato le aziende nazionali possono/devono ‘consorziarsi’ per gli acquisti di gas a livello internazionale, con ciò evitando la propria competizione nel mercato e quindi, in teoria, potendo controllare la domanda per non far alzare il prezzo.
Dall’altro, sempre secondo la retorica EU, c’è una ulteriore ‘solidarietà’ perchè gli Stati più deboli e/o bisognosi potranno chiedere “solidarietà in caso di bisogno”.
Cosa questo significhi, non è chiaro ma le indicazioni della EU sono praticamente sempre vaghe per lasciare a posteriori, poi, la possibilità di “interpretare” secondo il bisogno.
Il prezzo del gas, ad oggi, non è caro perchè tutti gli Stati hanno riempito i loro stoccaggi per cui la domanda è relativamente bassa.
Il problema – se le cose nel Mondo non cambiano – sarà dalla prossima primavera in poi quando ciascuno cercherà di riempire i propri stock per l’inverno 2022/2023.
Sarà allora che la domanda salirà facendo aumentare il prezzo. Allora dovrebbe intervenire il meccanismo “stop a 180”.
D’altra parte, come sottolinea BnnBlomberg, la fornitura USA di gas, oggi a livelli record, non potrà mai colmare ciò che Russia forniva prima, specialmente appunto quando si tornerà a parlare di stoccaggi da riempire.
Ma se il prezzo non scende o non si ferma, cosa faranno le aziende nazionali di rifornimento di gas? Si fermeranno dal comperare? Lasceranno vuoti i silos con la prospettiva di un inverno al freddo? E la ‘solidarietà’ farà si che, esempio, la Germania rinunci ai suoi stoccaggi per darli, esempio, all’Italia?
Gli Stati Uniti hanno beneficiato della situazione mondiale aumentando la propria produzione e commercializzazione di gas. Secondo il sito EIA (vedi) se nel 2000 gli USA esportavano una piccolissima quantità di gas (soprattutto in Messico e Canada), nel 2021 hanno avuto una esplosione di esportazione. Questo ha dato il via a nuove perforazioni sul suolo americano. Nel 2021 gli USA hanno esportato gas in 39 Nazioni.
Nel 2022 circa il 60% ovvero 6.3 mld “cubic feet per day” di gas liquefatto sono stati esportati in Europa (Reuters).
L’autorità per l’energia europea indica in 12mld€ la somma data agli Usa per la fornitura di tale fonte energetica.
Non sono segnalati ‘meccanismi di solidarietà’ da parte degli USA in relazione all’aumento dei prezzi dovuti alla guerra russo-ucraina.
Per la Russia, tale decisione “è una violazione del mercato dei prezzi” e la Russia valuterà i pro ed i contro prima di prendere le proprie contro-deduzioni.
Polonia critica con i meccanismi ETS e “Fit_for_55”
Secondo indicazioni di stampa, il governo polacco, che ha salutato positivamente tale accordo, è però sollecitato a mettere un freno alle politiche debordanti verso il ‘green’ che l’attuale governatorato europeista sta spingendo.
Tali progetti sono ritenuti tra i responsabili, accanto alla questione russo-ucraina, dell’aumento smisurato dei costi energetici.
In particolare si parla del “Fit for 55” con il ritiro della Polonia dal sistema di quote “ETS”, ovvero i progetti per ridurre l’inquinamento dal CO2 al 55% entro il 2030 con un innalzamento dei costi per il mercato acquisto/vendita “buoni CO2.