MOSCOW – Questa guerra russo-ucraina sta facendo ‘sballare’ il vecchio ordine costituito, quello che per 80 anni ha portato benessere e crescita. Almeno nel blocco occidentale.
Ora viene fuori che il direttore dei servizi segreti interni della Russia, Sergei Naryshkin, ha indicato che la Polonia si sta preparando a ‘conquistare’ dei territori ucraini a lei vicini.
In particolare, ad essere sotto le mira della Polonia sarebbero i territori di Lviv, una città a circa 70km dal confine polacco e la Regione di Ternopil, vicina a Lviv ma ben più addentro al territorio Ucraino.

L’analisi è fatta nell’articolo riportato da RiaNovosti, dove il direttore del SVR russo avanza queste ipotesi.
Arriva ad indicare anche che Varsavia e Washington si siano addirittura messe d’accordo su come gestire la fase ‘post-guerra’, nella considerazione che la stessa Polonia si aspetta dei lauti risarcimenti per il ruolo avuto nella gestione di questa crisi, ospitalità di profughi compresa.
In questo senso, vuole fare intendere il vertice russo, l’ingresso e la gestione di questa parte del territorio ucraino sarebbe negli accordi avuti.
Ipotetici accordi senza nessuna prova
Sulla questione-relazione Polonia/Ucraina è intervenuto anche il Carnegie Endowment for International Peace, un istituto con sede a Washington che tra i suoi obiettivi ha l’analisi del sistema geopolitico internazionale orientato alla ricerca della soluzione dei conflitti.
Secondo il Carnagie (qui) la questione della ‘gestione’ dell’Ukraina è spesso messa in evidenza dai Russi. Non solo con la Polonia come parrebbe adesso. Ma lo si è fatto in passato con la Romania, l’Ungheria. Tutte analisi russe nella direzione di prevedere la richiesta di questi Paesi di rientrare in possesso di parti del territorio ucraino una volta appartenenti a loro.
In effetti si ricorda che Vladimir Zhirinovsky, un ultranazionalista e parlamentare russo, nel Marzo del 2014 aveva inviato delle “raccomandate diplomatiche” a Polonia, Ungheria e Romania con la proposta di avviare delle consultazioni nei luoghi ‘contesi’ per verificare il ‘sentiment’ della popolazione locale. Una cosa in linea con il referendum fatto in Crimea per confermare l’annessione alla Russia di quell’area geografica.
Rimaste senza risposta, ovviamente, tali idee pare siano però poi circolare ai piani più alti, in incontri tra Putin e Tusk (allora PM polacco) ma al più si venne alla conclusione che effettivamente nel 2^ dopo guerra aree di influenza polacca passarono sotto mano russa.
Proprio questo fatto storico pare quello spesso usato dai russi per far comprendere che l’Ukraina, alla fine, non è un vero e proprio Stato ma una costruzione geopolitica del 1939 confermata poi nel 2^ dopoguerra.
Rivedere la Storia
In questo senso, alcuni interventi degli altri vertici della Russia sembrano avere detto a Ungheria, Polonia e Romania che rivedere i confini rimettendo certe aree sotto il controllo delle ‘culture dominanti’ in quelle aree, non sarebbe stata una cosa cui la Russia si opponeva.
Ovviamente a questa ipotesi, ricostruita, la Polonia non ha mai dato nessun credito ufficiale.
Ma, rileva l’analisi di Carnagie, tale ipotesi di una Ucraina frutto di un collage di tanti Paesi, dovrebbe dare ai russi di Ucraina una maggior spinta a ritrovarsi entro ‘Madre Russia” al più presto, per evitare una cessione di territori ai Paesi limitrofi che farebbe diventare tali russi-di-ucraina, una minoranza.
Nello stesso tempo, visto il rischio di frantumazione dell’Ucraina avanzato dai russi, solo la stessa Russia può essere la garante dell’unità della stessa Ucraina. O almeno dei territori che si ‘sentono russi’.
