WARSZAWA – Si è tenuto un incontro nazionale dell’associazione “Zgromadzenie Polskiej Wsi“, ovvero “Assemblea del villaggio polacco”, una associazione di agricoltori polacchi che fa capo all’organizzazione del PiS, il Prawa i Sprawiedliwości, partito di governo. La convocazione si è venuta nella città di Przysucha, nella provincia di Mazovia.
Un incontro con quella che è certamente una delle basi elettorali più concrete ed individuabili, gli agricoltori e le comunità rurali.
Soldi dalla UE
E proprio in tale occasione in leader del partito, dal presidente Kaczyński al primo ministro Morawiecki hanno le proprie conclusioni, aspirazioni e progetti rispetto al settore agricolo.
In particolare ciò che è stato sottolineato è il sostegno che il PiS ha dato, dal momento del proprio insediamento governati, all’agricoltura.
Kaczyński ha indicato come il livello di contribuzione da parte della Unione Europea sia arrivato a quello previsto per gli altri Stati, se non di più. E tale contribuzione ha raggiunto praticamente il 97% delle aziende agricole nazionali.
Come ha indicato il presidente del PiS, l’agricoltura polacca garantisce da un lato la sicurezza alimentare del Paese e dell’altro ha contribuito con oltre 40mld al bilancio nazionale con il proprio export.
Il piano del governo, oltre a nuovi contributi, è di fare in modo che le aree rurali del Paese possano avere lo stesso livello socio-economico delle città.
Oltre il 40% dei polacchi vive in campagna e questo significa che la campagna deve avvicinarsi agli standard di vita di città come Varsavia.

Preservare l’agricoltura polacca
Accanto al ruolo dei contributi europei, unica cosa cui questa Unione Europea pare dedicata per ‘comperare’ un ruolo politico e forzare gli Stati membri, in occasione di questo incontro si è parlato anche del futuro dello sviluppo agricolo in Polonia.
Ciò perchè, a parte i contributi, da tempo esiste un aspro confronto tra la politica europea in agricoltura e la struttura sociale e organizzativa in Polonia.
Nel senso che da un lato la EU spinge per riduzione delle piccole proprietà a fare di grosse concentrazioni proprietarie per favorire la un migliore rendimento della produzioni.
Dall’altro il sistema sociale polacco che evidenzia come oltre la stragrande maggioranza degli agricoltori nazionali siano piccole aziende che non si vuole cancellare.
In questo senso, esempio, la normativa polacca che controlla l’acquisto di terre agricole da parte di entità straniere e che, ovviamente, non è ben vista dal Bruxelles.
Il governo inoltre si è impegnato a contribuire con un ulteriore 20% per l’abbattimento dei costi relativi al carburante agricolo.
Agricoltura fattore strategico di un Paese
In generale la politica del governo conservatore oggi in carica è di controllare lo sviluppo ‘capitalistico’ del sistema che possa portare al fallimento o alla chiusura di aziende agricoli medio-piccole.
Inoltre, lo scoccare della guerra in Ucraina e le conseguenze sull’approvvigionato del cibo, ha portato lo Stato ad aumentare la ‘partecipazione’ nel sistema produttivo ed agricolo del Paese.
In questo senso la creazione del “Krajowa Grupa Spożywcza“, il gruppo alimentare nazionale ovvero una struttura statale che entra nel libero commercio occupandosi appunto di alimentare. Si tratta di un ‘consolidamento’ di 15 aziende operanti nei settori delle sementi, dello zucchero, amido, nel settore cerealicolo e molitorio, agroalimentare. Un gruppo che è stato plasmato sul già esistente conglomerato che si occupa di produzione e commercio di zucchero. Dal gruppo ci si aspetta un fatturato di 3.5 mld di pln, con il 65% appunto proveniente dal settore dello zucchero.

L’Agricoltura sta comunque cambiando
Pur con questi presupposti ed obiettivi, la evidenza dei dati indica che il sistema agricolo polacco sta cambiando.
Secondo il census sull’agricoltura del 2020, c’è un trend in discesa della presenza in agricoltura con contemporaneamente un aumento delle estensioni media da 9.85 ha to 11.35 ha.
Ciò indica una diminuzione delle dimensioni medie delle aziende agricole con un corrispondente aumento delle superfici sottoposte a coltivazioni intensive con una “focalizzazione – dice l’ufficio di statistica – “sulla produzione orientata al mercato“.
Una situazione che si impacchetta anche geograficamente in modo diverso. Mentre al sud-est ci sono ancora molte piccole aziende, nel nord-ovest sono collocate le aziende più grosse.
Pur con tutto ciò, segnala ancora il GUS, l’ufficio di statistica, ci sono almeno il 16.5% di micro-aziende la cui produzione è più che altro dedicata al consumo familiare. Si tratta comunque aziende per lo più tenute per hobby o da pensionati.
Sarebbe da capire quanti di questi accedono ai benefici dei contributi della Unione Europea per un consumo esclusivamente familiare e di tipo hobbistico.