
WARSAW – Festa Nazionale per i Polacchi che ieri, 11 Novembre, hanno festeggiato l’anniversario del recupero della propria indipendenza.
Una data stabilita con un Decreto del 23 Aprile 1937 in cui si festeggia l’indipendenza ritrovata dopo 123 di dominio straniero, dal 1795 al 1918.
L’11 Novembre fu stabilito per essere il giorno in cui il Maresciallo Józef Piłsudski assunse il controllo della Polonia.
La libertà ritrovata fu quella della cosiddetta Seconda Repubblica Polacca, liberatasi dal controllo dell’Impero Austro-Ungherese, dalla Germania e dalla Russia che aveva diviso la Polonia in tre regioni.
Un nazionalismo sentito
Come ogni anno, in migliaia si sono riuniti a Warsaw per marciare nelle strade della capitale.
E come ogni anno, si sono sollevate le voci in disaccordo secondo cui questa marcia sarebbe organizzata da ‘movimenti di destra‘.

Una critica costante, che si solleva ovviamente dalla parte politica oggi avversa al governo e da ambienti europeisti che vorrebbero strappare questa mobilitazione di popolo dal marchio del PiS, il partito conservatore di governo.
Eppure, se certo non si può negare che i gruppi nazionalisti abbiano fatto la parte del leone, in migliaia e migliaia si sono riversati in strada in una festa che è diventata la festa dell’orgoglio polacco, oltre e sopra partiti e movimenti.
Un orgoglio nazionale troppo spesso visto con malumore da chi, magari a livello di burocrazia europea, propugna invece per un annacquamento dei singoli valori nazionali per la creazione di una, peraltro difficile, identità europea.
“Dobbiamo ritrovare le nostre radici – ha detto Robert Bakiewicz, uno degli organizzatori. Il nostro mondo ha abbandonato Dio e la Cristianità. Noi (rischiamo di) morire come le nazioni dell’Europa dell’Ovest stanno morendo“